Il mago di Lublino by Isaac Bashevis Singer

Il mago di Lublino by Isaac Bashevis Singer

autore:Isaac Bashevis Singer [Singer, Isaac Bashevis]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Adelphi
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


5

Bevvero il tè e mangiarono biscotti e una torta al burro. La signora Miltz e Zeftel si unirono a loro a tavola. Herman bevve il suo tè con la marmellata e mangiò la torta aspirando ogni tanto da un grosso sigaro posato su un piattino. Ne offrì uno anche a Yasha, che rifiutò.

«Un sigaro come questo non lo trova in tutta Varsavia» protestò Herman. «È un autentico Havana. Non le solite imitazioni, uno vero, cubano. Qualcuno me li ha portati da Cuba. A Berlino costerebbero due marchi l’uno. Mi piace che tutto sia di prima qualità, ma certo ogni cosa ha un costo, e quando paghi, paghi sempre troppo. Che cos’è un sigaro Havana? Foglie, non oro. E che cos’è una bella ragazza? Carne e ossa. Lo spagnolo è geloso. Se sorridi a sua moglie, quello tira fuori il coltello, ma due isolati più in là mantiene un’amante con la quale ha dei figli. Dopo un po’ anche lei diventa una carampana e allora va a cercarsene una nuova. Qui leggo i giornali polacchi, e mi vien da ridere. Scrivono di quelle assurdità! Una ragazza esce di sera per andare a prendere una brocca di latte; passa una carrozza e la tira su. Più tardi la portano a Buenos Aires e la vendono al mercato come un vitello. Ma io sono qui da settimane e non ho visto nessuna carrozza del genere. E come farebbero a far attraversare la frontiera alla ragazza? E a caricarla su una nave? Assurdità, stupidaggini. La verità è che partono di loro spontanea volontà. Se vai in quel quartiere ci incontri donne di ogni parte del mondo. Se la vuoi nera, la trovi nera; se la vuoi bianca, avrai la bianca. Se quel che cerchi è una lituana di Vilnius o Eishishok, non fai fatica a trovarla, e se è un prodotto di Varsavia che vuoi, sarai accontentato. Io non ci vado, in quei posti. Perché dovrei? Ho moglie e figli. Ma i giornali vogliono lettori. È proprio come le stavo dicendo prima, dipende da chi tiene in mano la penna. Le dirò una cosa: sono i mariti stessi a mandare le mogli in quel quartiere. E sa perché? Perché sono troppo pigri per lavorare. Che ne direbbe di mostrarmi qualcuno dei suoi trucchi? Ecco un mazzo di carte».

«Se inizi con le carte non andrai più in nessun posto» disse la donna.

«Domani è un altro giorno».

Herman cominciò a mescolare le carte e Yasha si accorse subito che aveva di fronte un baro. Le carte scivolavano fra le dita di Herman come se avessero vita propria. Sicché... ecco il tipo di furfante che sei! pensò Yasha. Be’, ti faremo vedere che c’è qualcuno più abile di te.

Lasciò che l’altro eseguisse alcuni trucchi: con le tre carte, con i quattro sette, con la carta cambiata. Osservandolo, Yasha scuoteva la testa e faceva schioccare la lingua, «Tsé, tsé, tsé...», e per poco non disse: questi giochetti li facevo già quand’ero in fasce.

Si rese conto che si stava facendo tardi e che se voleva vedere Emilia doveva andarsene subito, ma ciononostante rimase seduto.



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